Circ. San Gaetanino 203/205 - Ravenna RA
0544-456328 (In orario di apertura)
340-3326828 (Per urgenze)
09marzo2021

L'ecografia in medicina veterinaria

Sin dai primi anni novanta l’ecografia ha assunto un ruolo fondamentale nella diagnostica per immagini delle patologie dei nostri animali domestici.
I primi apparecchi ecografici presentavano una qualità di immagine notevolmente inferiore rispetto agli attuali. Inoltre quasi tutti i moderni ecografi hanno la possibilità di utilizzare eco-color doppler per gli studi vascolari e cardiaci.
I principali campi di applicazione dell’ecografia sono lo studio degli organi addominali e del cuore. Ma anche di aree più particolari come gli organi toracici, le ghiandole, come ad esempio la tiroide, i muscoli, i tendini e anche dell’occhio.
L’esame ecografico si basa sull’uso di ultrasuoni, totalmente innocui per l’operatore e per il paziente. Le onde ultrasonografiche prodotte dall’ apparecchio colpiscono i vari organi che in base alla loro consistenza li riflettono in maniera differente venendo letti dal trasduttore.
Si viene così a creare una immagine con diverse scale di grigi, che verranno interpretate dal medico che valuta l’esame.
I liquidi in ecografia migliorano e amplificano il contrasto dell’immagine mentre l’aria, al contrario, peggiora la visione. Si deduce perciò che i polmoni, pieni di aria, verranno scarsamente valutati da una ecografia.
Per lo stesso motivo eseguire una ecografia addominale in animali con l’intestino pieno di gas, risulterà quanto mai complesso, con letture di difficile interpretazione.
Questo esame consente solitamente di stabilire che un organo presenta caratteristiche associabili ad una patologia, ma raramente riesce a dare una diagnosi definitiva. Per questo spesso dobbiamo associare all’esame prelievi con biopsie o aghi aspirati allo scopo di completare la diagnosi.
Una delle principali differenze tra l’ecografia umana e quella veterinaria è la difficoltà di standardizzazione dell’esame e di parametri di riferimento validi.
Infatti la differenza di dimensioni che abbiamo, ad esempio tra un alano e un chihuahua, non ci consentono di avere delle unità di misura univoche oltre le quali decidere se un organo è troppo grande o troppo piccolo.
In conclusione l’ultrasonografia è un esame estremamente operatore dipendente per questo la capacità del medico che lo esegue può fare la differenza.